Rituali per una dea lucana. Il santuario di Torre di Satriano

La Società Andromeda ha realizzato l’apparato didattico che accompagna la mostra Rituali per una dea lucana. Il santuario di Torre di Satriano, organizzata dall’Università degli Studi della Basilicata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per la Basilicata ed il contributo di Enti provinciali, regionali e comunali.
L’altura di Torre di Satriano (PZ), in posizione dominante tra il fiume Melandro e l’alta valle del Basento, è il cuore di un insediamento che ha restituito intense tracce di frequentazione dall’età del Bronzo al Basso Medioevo.

Nel 2000, l’Università degli Studi della Basilicata ha ripreso le indagini archeologiche in un’area santuariale posta sulle pendici dell’altura e frequentata a partire IV sec. a.C.
Il complesso sacro è costituito nelle sue strutture principali da un’ampia sala da banchetto e contigua cucina; nello spazio libero antistante, due lunghi canali scavati nel terreno dovevano convogliare le acque di una vicina sorgente, impiegate nel corso delle cerimonie sacre per scopi lustrali e di purificazione.

La devozione dei fedeli è testimoniata dalle numerose offerte rinvenute nell’area: statuette femminili, recanti attributi quali animali, primizie, coppe per libagione o raffigurate nell’atto di allattare, esprimono chiaramente l’aspetto di dea della fertilità e dell’eros assunto dalla divinità del santuario. E poi, bruciaprofumi, bottiglie e unguentari per aromi offerti come ex-voto o utilizzati nel corso delle cerimonie.

Vasi destinati alla preparazione dei cibi, al servizio e al consumo di pietanze documentano la celebrazione di banchetti, che seguivano l’uccisione e la cotture delle carni dell’animale sacrificato, con conseguente distribuzione tra i partecipanti al rito. Al banchetto si accompagnava il consumo del vino, attestato da coppe e coppette e crateri per contenere la bevanda alcoolica.

In onore dell’anonima divinità titolare del santuario i fedeli compivano inoltre sacrifici di tipo cruento: bovini, vittime sacrificali per eccellenza nel mondo antico, e cani, cari a divinità dalle valenze infere, cui erano dedicati nel corso di cerimonie che segnavano riti di passaggio o di particolare crisi della comunità.

Guarda alcuni dei pannelli esposti:
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Un territorio dell’Italia antica: la Lucania nord-occidentale

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Prima dei Lucani. L’abitato di Torre di Satriano tra Età del Bronzo e V secolo a.C.

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Azioni rituali e offerte votive: cani per la dea e uomini a banchetto

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Santuari e culti della Lucania antica

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La romanizzazione. L’abbandono dell’abitato e la trasformazione del territorio